Fra gli illustri autori transitati in Valle d’Aosta, da Xavier de Maistre a Stendhal, da Giacomo Debenedetti agli einaudiani del secondo dopoguerra, il ginevrino Rodolphe Töpffer (1799-1846) sembra essere scivolato in secondo piano.
Considerato oggi da molti come il padre del fumetto europeo per i suoi albi M. Jabot, M. Vieux Bois, M. Festus, che combinano disegno e scrittura, Töpffer era anche istitutore. Durante l’estate, aveva l’abitudine di portare i suoi giovani allievi a spasso per le Alpi svizzere, francesi e italiane, dando prova di una pedagogia del tutto innovativa: lontano dalle comodità, la necessità aguzza l’ingegno e la montagna può essere uno spazio di apprendimento tanto quanto quello della classe. Per i suoi ragazzi, il Maestro prediligeva escursioni rigorosamente a piedi e dichiaratamente non lineari, in opposizione agli itinerari che il turismo nascente iniziava a proporre. Non è un caso che gli appunti e i disegni di viaggio di Töpffer siano stati raccolti e dati alle stampe come Voyages en zigzag, titolo dall’autore stesso ideato. Negli scritti alpini del periodo 1828-1842, compaiono diversi scorci della Valle d’Aosta, da Courmayeur a Pont-Saint-Martin, dal Gran San Bernardo ad Aosta. A quasi duecento anni di distanza, queste pagine permettono di misurare quanto il contesto geopolitico, culturale e sociale delle Alpi, in generale, e della Valle d’Aosta, in particolare, sia cambiato. In un tempo in cui la montagna è facilmente accessibile grazie a strade e teleferiche, rileggere Töpffer è anche un richiamo alla pratica del camminare come arte del procedere sui monti, come alternativa sempre possibile del viaggio.