Pochi sanno che Primo Levi, oltre che autore di Se questo
è un uomo, è stato un enigmista. Amava ingegnarsi con i
giochi linguistici. Un giorno inviò a un grande specialista
come Giampaolo Dossena un rebus disegnato su uno dei
primi computer Macintosh. G elìde M anitra scura TE. Ne risulta
una frase: Gelide mani trascurate. Proprio alla predilezione
per le mani nella descrizione dei suoi personaggi e
alle conseguenze esistenziali che da questa scelta derivano
è dedicato uno dei saggi qui raccolti. La metafora del rebus
serve a definire una strategia per interpretare l’opera di Levi
che si presenta più complessa di quanto possa apparire.
Questi saggi tentano di ricostruire alcuni aspetti del suo
pensiero, di andare al di là della prima superficiale lettura.
Il volume comprende articoli che coprono un periodo che
va dal 1981, anno di un’intervista che lo scrittore ha rilasciato
all’autrice, al 2023. L’intervista metteva in luce tematiche
in seguito esplorate: la presenza dell’esilio e di quei
temi cari all’ebraismo orientale distrutto dai nazisti; la concezione
del Tempo che, partendo dalle teorie di Einstein,
approda alla definizione del tempo soggettivo; la forte influenza,
a volte inconsapevole, degli studi classici quale garanzia
di autorità. L’analisi del racconto Carbonio rivela la
sua aspirazione a superare l’aridità della vita: la scienza,
espressione dell’anima razionale, si coniuga qui con un illusorio
sogno di immortalità.
L’ultimo saggio va alla ricerca di quegli indizi sparsi e rinnovati
nei suoi libri con riferimenti sempre più intensi fino
ai Sommersi e salvati al fine di ricostruire l’ossessione del
superstite, l’ansia di capire come la sua salvazione abbia
potuto avvenire a scapito di altri.
Il libro si propone di ricomporre in un disegno organico una
trama di pensieri ai quali lo stesso scrittore non ha saputo
dare una forma compiuta, come un rebus irrisolto.